Che cosa dobbiamo fare?
È la domanda che ho messo nelle orecchie dei bambini di terza elementare quando giovedì scorso abbiamo letto il Vangelo di questa domenica.
Nella pagina dell’evangelista Luca si narra di Giovanni Battista che nel fiume Giordano compie un gesto di purificazione e invita alla conversione. A lui si rivolgono persone che sono desiderose di cambiare la propria vita e convertirla al Signore, e gli chiedono “Cosa dobbiamo fare?”. Giovanni a tutti indica uno stile di condivisione e carità: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”.
Anche noi facciamo la stessa domanda oggi e nella ricerca della risposta possiamo farci aiutare anche da chi è più piccolo di noi. Per questo ai bambini di terza elementare ho chiesto di provare a dare una risposta alla domanda che la loro comunità parrocchiale gli rivolge, e che anche io come adulto gli rivolgo. Cosa possiamo fare? Cosa posso fare?
Ecco alcune delle loro semplici ma sincerissime risposte raccolte in una unica lettera indirizzata agli abitanti del paese dove i bambini abitano, Moniga del Garda…
“Cari abitanti di Moniga vi consigliamo di fare i bravi con i bambini e di non dire le parolacce. Ai bambini consigliamo di non trattare male gli amici.
Vi consigliamo di non buttare le lattine, le bottiglie e le cartacce e di riciclare i rifiuti e di non inquinare l’ambiente, e ricordate che la violenza non trionfa mai!
Vi consigliamo di non costringerci ad essere cattivi e fare cose sbagliate e di non picchiare mai nessuno.
Non picchiate mai le persone più deboli.
Se i bambini hanno un problema bisogna affrontarlo subito e se si hanno tanti vestiti bisogna donarli ai poveri.
Vi consigliamo di non inquinare l’aria che respiriamo e di non fare i bulli e di non essere maleducati.
i bambini di terza elementare
Cosa possiamo fare? Che cosa devo fare? Penso che la cosa che devo fare prima di tutto è proprio quella di mettermi in ascolto, anche di chi è più piccolo di me. Anche da lì il Signore mi parla per rendere la mia vita più umana e quindi allo stesso tempo più aperta a Dio.