Da secoli l’arte cristiana ha rappresentato il viaggio e l’arrivo dei Magi alla capanna che ospitava Gesù, in modo variegato. E nel viaggio dei magi da oriente è rappresentato il viaggio degli uomini in modi e tempi diversi.
Nel mosaico di Ravenna, in Sant’Apollinare in Classe, tre re magi in una delle più antiche rappresentazioni avanzano frettolosi con i loro doni non vestiti da re ma con copricapi che li fanno sembrare dei folletti.
I tre Magi adoranti, in Santo Stefano, a Bologna, sono ispirati a visioni ancora medievali, ma a tutto tondo eretti, in posa aristocratica, anche nel primo inginocchiato a terra verso una maternità predisposta ad accoglierli. L’opera in legno naturale, della fine del ‘200, è stata colorata molti anni dopo da Simone dei Crocefissi, che ha decorato con oro e porpora vestiti e manti dei magi e di Maria mentre ha lasciato Giuseppe in abiti quasi francescani.
Negli stessi anni Giotto dipinge Maria, Giuseppe, l’Angelo, i Magi, cammelli con volumi arrotondati, messi in rilievo dai toni cangianti degli abiti, che scivolano morbidi sulle figure. Le figure sono in un contesto sobrio ma immerso nella luce divina. Ed ecco, rappresentata per la prima volta la stella come una cometa! Si ritiene infatti che Giotto abbia dipinto questa cometa, dopo aver visto nel cielo la cometa di Halley nel suo passaggio vicino alla terra nel 1302 circa.
Si arriva, cento anni dopo, a Gentile da Fabriano. L’artista ha immaginato e dipinto una scena ridondante di luci, di figure e di vesti preziose: fra ori e gemme risaltano il blu intenso del manto di Maria, il gesto tenero di Gesù, verso il capo del Re genuflesso. Giuseppe è reso in atteggiamento protettivo. L’ opera fu tanto ammirata da essere riprodotta in un arazzo tessuto dai Gobelin.
Toni ancora più immaginifici negli affreschi della Cappella dei Magi a Palazzo Medici in Firenze, dipinti da Benozzo Gozzoli nel Quattrocento. L’artista ci racconta il viaggio, prima dell’arrivo: i magi vengono da paesi lontani, hanno attraversato terre, mari e monti. Arrivano a cavallo, sui velieri, oltre passi, circondati da servitù variegate, per porgere il segno della loro regalità ad un re bambino. Sogno e mistero si confondono.
É il Mantegna a dipingere uno dei Re Magi con la pelle scura e il turbante. Ciascun personaggio ha un’espressività realistica, una sentita dimensione umana, atta ad avvalorare l’intensa tenerezza della Sacra Famiglia. (oggi al Getty Museum di Los Angeles).
Per Tissot nella fine ‘800, i magi sono diventati Cavalieri Berberi, avvolti in mantelli dai colori del deserto.
Per noi oggi come sono i Magi? e non potremmo essere noi cavalieri benefici verso tanti nuovi bambini? non divini, ma sempre fratelli di Gesù e nostri?
Mt
2 gennaio 2017