Martedì 23 marzo il ritorno a casa dopo due settimane di ricovero all’ospedale di Desenzano per polmonite da Covid. Un ritorno terapeutico all’ombra della torre di Moniga del Garda per continuare la cura del corpo. E rimettendo piede dentro la nostra bella chiesa barocca, San Martino nostro patrono subito mi ha suggerito le parole da dire a tutti.
Ai volontari dell’ambulanza che mi hanno riportato a casa dopo due settimane di ospedale ho chiesto di esser lasciato alla porta laterale della chiesa. Era più semplice per me da lì risalire in canonica.
Ma ho voluto anche ritornare per qualche istante dentro la nostra chiesa e con uno sguardo vedere non tanto il bel edificio ma la comunità di cui è simbolo.
Ho dato uno sguardo alla bella comunità di Moniga che nei giorni in cui sono peggiorato e sono stato ricoverato si è stretta a me, e a distanza si è fatta vicina e mi ha dato forza.
Nei giorni di ospedale ho sentito l’affetto di tutti, proprio come se ognuno avesse dato metà del proprio cuore per me, come fece il nostro patrono San Martino con la metà del proprio mantello per il povero.
Grazie di cuore davvero a tutti.
Grazie a chi della comunità si è preso cura delle celebrazioni e della vita parrocchiale in mia assenza.
Grazie ai preti che mi hanno sostituito in questi difficili giorni.
Grazie a tutti coloro che hanno pregato e si sono informati.
Grazie anche a Lorella e a tutta l’amministrazione che in questi giorni è stata sotto pressione ancora più forte per l’allargarsi dei contagi nel nostro paese.
Grazie ai medici che si sono presi cura di me fin da subito e a cui davvero devo la vita. Grazie anche a tutti coloro che in ospedale hanno fatto in modo di farmi tornare rapidamente sotto la nostra bella torre di Moniga, medicina di serenità.
Grazie al Signore che mentre i miei polmoni faticavano a riempirsi d’aria mi ha riempito del suo amore attraverso tutti voi…
E una preghiera anche per coloro che ancora soffrono per questo virus e sono ancora in ospedale.
Anche a loro va il mio pensiero e la metà del mio cuore…
don Giovanni Berti, parroco