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meditazione cristiana: ascoltare Dio in noi

Per meditare non serve nulla… perché già abbiamo tutto quel che serve dentro di noi. Perché dentro abbiamo già la scintilla di Dio, il suo Spirito.

Mercoledì 4 dicembre nella cappella dell’Oratorio don Massimo Vecchini, prete ed esperto di meditazione cristiana, ha tenuto una lezione di meditazione cristiana profonda.

La meditazione profonda è una preghiera antica. Già insegnata dagli antichi Padri della Chiesa nei primi secoli del cristianesimo, è stata riscoperta nel corso del XX secolo da chi cercava nella meditazione orientale un aiuto alla preghiera.

San Giovanni Cassiano, monaco della Provenza del IV secolo, dice che oltre la preghiera sublime del Padre Nostro ce n’è un altra di più sublime che è la meditazione profonda.I-Santi-di-oggi-23-Luglio-San-Giovanni-Cassiano

Gesù come pregava? Era ebreo e come buon ebreo partecipava alle liturgie e momenti di preghiera della sua comunità. Questo è ben testimoniato dalla sua frequentazione nelle sinagoghe della Galilea e nel Tempio di Gerusalemme. Ma il Vangelo ce lo mostra molto spesso in preghiera da solo, in luoghi appartati in comunicazione profonda con Dio Padre, e con nessun particolare schema liturgico, ma nel dialogo diretto con Dio.

Nel Vangelo di Matteo al capitolo 6 (il discorso della montagna) Gesù insegna il Padre Nostro ai suoi discepoli e usa anche un’immagine molto efficace di preghiera: “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto” (Matteo 6,6). La stanza di cui parla Gesù non è solo un luogo fisico, ma prima di tutto un luogo simbolico, il proprio cuore. Dentro di noi abbiamo una stanza profonda, la coscienza, nella quale solo noi e Dio possiamo entrare, anzi dove già Dio abita con la scintilla del suo amore.
Gesù aggiunge: “Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Matteo 6,7), e così ricorda ai discepoli che non è la quantità di parole usate che ci fa incontrare Dio, ma l’ascolto della sua Parola. La preghiera è prima di tutto ascolto di Dio, e in questo la meditazione profonda è un valido aiuto.

San Paolo scrive nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinti 3,15). Ecco che Dio abita già dentro di noi, e noi dobbiamo solo entrare là dove lo Spirito già è presente.

Anche Sant’Agostino diceva ai suoi cristiani che non serve cercare fuori quella Verità che già abbiamo dentro.

La scintilla di Dio va cercata con attenzione dentro il nostro cuore, superando i rumori e le distrazioni che spesso ci portano a vivere in superficie anche il  rapporto con Dio così come spesso viviamo anche il rapporto con gli altri. Entrare nel profondo è difficile ma è essenziale per scoprire quella bellezza che già abita in noi, e che Dio ha messo, che è Dio stesso!AdobeStock_100291262

Nel Vangelo di Luca si racconta di Gesù che sale sulla barca di Pietro e lo invita a prendere il largo per gettare le reti, e dopo averlo fatto le reti inizialmente desolatamente vuote si riempiono! Siamo al capitolo 5 del Vangelo, e l’espressione usata per “prendere il largo”, sia in latino che nell’originale greco (lingua con la quale è scritto il Vangelo) non indica solo una distanza fisica ma anche una profondità. Si potrebbe dire “vai nel profondo”, con l’indicazione spirituale di “gettare le reti” della preghiera nel profondo della nostra vita e soprattutto del cuore. La meditazione ci aiuta ad andare in profondità di noi stessi e della Parola di Dio. Meditare è pescare la vita di Dio dentro di noi, facendo l’esperienza di una pesca miracolosa e inaspettata.

L’Avvento è il tempo dell’attesa, ma non una attesa rassegnata e immobile. Attendere il Natale con la preghiera, significa darsi il tempo giusto per imparare a scendere dentro di noi, verso quella mangiatoia povera che è il cuore dove Dio si manifesta.  La meditazione richiede silenzio e pazienza, e non è affatto facile, specialmente per noi che vogliamo tutto e subito in ogni cosa, anche quella spirituale. La meditazione è l’occasione di rallentare i ritmi del tempo per ritrovare il ritmo giusto anche nella vita quotidiana, rimettendola al ritmo del Vangelo.

Qualche consiglio di meditazione profonda cristiana

La pratica consiste nello stare seduti immobili, con gli occhi chiusi, ripetendo mentalmente una parola sacra, con semplicità, sul ritmo del respiro. Le distrazioni che si presentano alla mente, pensieri, immagini, ricordi, emozioni, vanno lasciati andare riportando dolcemente l’attenzione sul respiro e la parola sacra. La nostra mente tende a distrarsi, a vagare e il lavoro della meditazione consiste nel riportare sempre l’attenzione al respiro e alla parola sacra. Il silenzio del corpo e della mente richiede una disciplina paziente e quotidiana, che nel tempo consente di progredire in termini di consapevolezza, lucidità e serenità in ogni aspetto della vita.

  1. trovare uno spazio adeguato e il tempo adeguato

  2. mettersi in una posizione comoda e rilassata che ci permetta di concentraci 

  3. ascoltare il proprio corpo e il proprio respiro. Noi siamo fatti di corpo come anche Dio stesso in Gesù è divenuto corpo concreto. Ascoltare la funzione principale della vita che è appunto il respirare, significa anche ascoltare Dio stesso che come soffio entra in noi.

  4. meditare una o due parole della fede, prese dalla Bibbia o da qualche preghiera. Queste parole sono la nostra “parola sacra”. Fare di queste parole semplici una invocazione da ripetere mentre a occhi chiusi ci concentriamo sul nostro respiro e rallentiamo il tempo che ci circonda

  5. tutto quello che ci può distrarre (rumori, fretta, fastidi al corpo, telefono…) impariamo pian piano a ignorarli rimanendo concentrati sul respiro e la “parola sacra” che ripetiamo dentro di noi

  6. Pian piano entriamo mentalmente dentro quella stanza profonda interiore che tutti abbiamo e nella quale Dio ci parla, ci consola, ci dona gioia e pace…

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Sono solo alcuni dei consigli, e sicuramente la meditazione richiede un allenamento. Non serve molto, se non un Vangelo, un luogo tranquillo (perché non una visita in chiesa?) e soprattutto il tempo…

Per meditare non serve nulla, ma ci dona tutto, Dio stesso!