Per conoscere Maria, la madre di Gesù dobbiamo andare oltre le devozioni che si hanno su di lei e cercare proprio dentro il Vangelo il suo vero volto, quello più straordinariamente umano.
Martedì 10 dicembre in parrocchia, con Valeria Nicolis, giovane biblista veronese, abbiamo iniziato un viaggio biblico che ci porterà a sentire la vergine di Nazareth come vera compagna nel nostro viaggio di fede personale e comunitaria.
PREMESSA: DEVOZIONI e NON DEVIAZIONI
La Bibbia non ci dice tanto di Maria…ma iquel poco è “tanto” a livello di significato e come messaggio per la nostra fede.
Il discorso di stasera è solo una prima parte di un percorso più lungo su Maria
Maria è una figura cara a noi cristiani, specialmente a noi cattolici, e molto ha a che fare con il sentimento profondo della fede e della tradizione. Non è dunque sempre un argomento facile da affrontare perchè tocca la nostra sensibilità e quella della pietà popolare.
L’intenzione del nostro percorso sulla madre di Gesù è quella di andare alla radice anche di tutte le devozioni su Maria nel corso della storia, con la consapevolezza che le “devozioni” mariane diventano “deviazioni” se non si radiano sulla Parola del Vangelo, sulle parole stesse riferite a lei nel Vangelo.
MARIA IMITABILE
“Perché una predica sulla Santa Vergine mi piaccia e mi faccia del bene,bisogna che veda la sua vita reale, non supposizioni sulla sua vita; e sono sicura che la sua vita reale doveva essere semplicissima. La presentano inavvicinabile, bisognerebbe mostrarla imitabile, fare risaltare le sue virtù, dire che viveva di fede come noi, darne le prove con il Vangelo…”
Così scriveva Santa Teresa di Lisieux a proposito di Maria, da lei tanto amata. In sintesi la santa ci dice che una presentazione troppo esaltata rende la Madonna distante da noi.
Con un gioco di parole possiamo dire che Maria è (stra)ordinaria, straordinaria nella sua vita ordinaria, non aliena e non distante dalla nostra esperienza
da IRRAGGIUNGIBILE a RAGGIUNGIBILE
A Maria accostiamo solitamente il colore azzurro, quello del cielo, ma forse il colore più adatto a lei è quello del papiro, quello legato alle sue vesti di giovane e povera donna del suo tempo. Il bianco e l’azzurro sono i colori della devozione imposti nella sua rappresentazione artistica più recente, ma nel corso dei secoli troviamo la madre di Gesù vestita come una donna ordinaria, normale, legata al suo tempo, non fuori del tempo. Nella storia dell’arte spesso è rappresentata come madre con in braccio il bambino e non da sola, come madre che allatta, con colori forti (rosso e blu), con capo velato o scoperto come le donne del tempo.
Per capire meglio cosa si intende, basta fare il paragone con le modelle di una rivista, bellissime e molto probabilmente anche modificate con photoshop (il programma al computer per il foto ritocco…). Una modella da rivista non esiste nella realtà ed è impossibile da raggiunge. Maria così come la presenta il Vangelo è straordinaria ma non finta, non resa irraggiungibile, non “photoshoppata” spiritualmente.
La devozione spesso proietta su Maria prerogative dello Spirito Santo, proiettata nella dimensione del divino. Forse su di lei si proiettano idee ancestrali di Dio. Visto che Dio viene sempre pensato al maschile, mancando la dimensione femminile nella nostra rappresentazione di Dio, allora questa si proietta su Maria, elevandola però a semidea.
Ecco allora l’importanza di andare al Vangelo, a quello che la Chiesa ci ricorda di lei realmente…
MARIA NELL’ANNUNCIAZIONE
Leggiamo il Vangelo di Luca, 1,26-38
MARIA VIENE DA UN POSTACCIO
“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria…”
L’angelo Gabriele nelle storie della Bibbia è sempre presente quando c’è da annunciare una nascita straordinaria. Viene mandato in un luogo molto problematico del tempo, che è il nord di Israele, la Galilea e precisamente a Nazareth che non è mai nominata nella Bibbia. Galilea è chiamato il distretto dei pagani.
Le conquiste straniere del luogo avevano portato mescolamenti di razza, di culture e religioni. Era una zona “imbastardita” nella razza, e non pura dal punto di vista religioso. La Galilea era una zona povera e bellicosa. I giudei vedevano i galilei in modo molto negativo. Niente di buono poteva venire da quel posto, tantomeno cose riguardanti Dio…
Eppure proprio da qui, secondo il Vangelo, viene la novità. E’ uno straordinario ribaltamento delle aspettative. La nostra storia ha origine proprio da questo “postaccio”
MATRIMONIO DI MARIA
“era promessa sposa”
un matrimonio a quel tempo era diviso in due tempi: prima c’è l’unione con il mantello che l’uomo getta sulla donna, dopo che il padre ha ceduto la figlia (in genere giovanissima, adolescente) al futuro marito. Da quel momento, con quella promessa ancora prima che vadano a vivere insieme i due sono legati.
Ma non è ancora finita, e deve passare ancora del tempo fino a quando la sposa va a vivere definitivamente con il marito, di cui di fatto diventa proprietà.
L’annunciazione avviene molto probabilmente tra questi due tempi del matrimonio, tra la promessa e l’andare a vivere insieme.
MARIA CHIAMATA
“Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio»”
“nulla è impossibile a Dio”
Questo racconto su Maria è ibrido: è il racconto dell’annuncio di una nascita prodigiosa ma non solo… è anche una chiamata sullo stile delle chiamate dei profeti
ANNUNCIO di nascita e CHIAMATA del profeta
Il nome “Maria”, viene dal nome della sorella di Mosè, Myriam detta la profetessa
Lo schema dell’Annuncio a Maria è lo stesso delle chiamate dei profeti:
- E’ Dio che chiama (direttamente o con intermediario, in questo caso l’angelo)
- viene affidato un incarico
- c’è l’obiezione da parte di chi è chiamato che mostra le sue difficoltà
- C’è la spiegazione e la rassicurazione di Dio
- Viene dato un segno di conferma
MARIA DONNA LIBERA E CORAGGIOSA
Maria dichiara la sua obiezione alla chiamata: “non conosco uomo”, cioè che è nella fase intermedia del suo matrimonio.
Maria però sa che la chiamata è per lei e lei soltanto e non per il padre o il marito di cui è proprietà.
Anche in questo emerge la straordinarietà di questa giovane ragazza che ha capito che Dio chiama proprio lei, e ne è consapevole.
MARIA LIBERA SERVA
“Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei”
“Ecco la serva del Signore”
ECCOMI… lo dice in totale autonomia e non fa come avrebbero fatto le altre ragazze del tempo, cioè non chiede al marito o al padre il permesso. Il suo “eccomi” è in piena e libera volontà
Maria dice “eccomi”, e si affida a Dio anche se dal punto di vista sociale in pratica si “suicida”. Maria si consegna ad una situazione che la metterà sicuramente nei guai. Inoltre appena ricevuto il segno, va da Elisabetta senza chiedere niente a nessuno: Maria è una donna libera.
Maria si espone ad un rischio enorme.
Maria non è socialmente prudente! il Deuteronomio diceva di lapidare donne non trovate vergini. Maria lo sa bene, ma va lo stesso…
Maria verrà considerata addirittura una poco di buono, una prostituta. Sono diverse le testimonianze in tal senso anche dentro il Vangelo.
L’Eccomi di Maria non è senza costo! Maria è davvero coraggiosa
Anche Gesù sarà considerato male perché figlio di una donna poco di buono…
Chiamare Maria “serva del Signore” non è la colf di Dio, ma per capire questo termine bisogna andare al profeta Isaia. Il servo è colui che ha un incarico da Dio e solo a Lui obbedisce e si sente sostenuto da Lui.
Per la prima volta nella Bibbia si sente “servo del Signore” al femminile: serva del Signore
Maria è spesso rappresentata remissiva e umile, ma in realtà è una donna forte e di coraggiosa. Maria non è una statuina di porcellana, ma una donna forte e decisa nella sua missione.
Gesù aveva attorno a se donne forti e coraggiose proprio come Maria sua madre, e da lei probabilmente anche impara il coraggio. Gesù è Dio che sceglie di incarnarsi in maniera reale quindi è cresciuto dalla madre e da lei ne ha preso il carattere.
MARIA NOSTRA SORELLA
Molto spesso noi la chiamiamo giustamente con l’appellativo di “madre” o “vergine”, e con questi termini la preghiamo e invochiamo.
Ma la categoria “sorella” è antica e la si può trovare in diversi autori cristiani del passato.
Concludiamo con le splendide parole di un innamorato di Maria dei nostri tempi, il vescovo don Tonino Bello
“Santa Maria, donna feriale, forse tu sola puoi capire che questa nostra follia di ricondurti entro i confini dell’esperienza terra terra, che noi pure viviamo, non è il segno di mode dissacratorie.
Se per un attimo osiamo toglierti l’aureola, è perché vogliamo vedere quanto sei bella a capo scoperto.
Se spegniamo i riflettori puntati su di te, è perché ci sembra di misurare meglio l’onnipotenza di Dio, che dietro le ombre della tua carne ha nascosto le sorgenti della luce.
Sappiamo bene che sei stata destinata a navigazioni di alto mare. Ma se ti costringiamo a veleggiare sotto costa, non è perché vogliamo ridurti ai livelli del nostro piccolo cabotaggio. È perché, vedendoti così vicina alle spiagge del nostro scoraggiamento, ci possa afferrare la coscienza di essere chiamati pure noi ad avventurarci, come te, negli oceani della libertà”
(da “Maria donna dei nostri giorni”, di don Tonino Bello)