Patrizia, nostra parrocchiana, a fine gennaio ha voluto tornare in un posto che l’aveva rapita per la sua bellezza naturale e anche per la forte esperienza di umanità che aveva fatto in un viaggio precedente: Zanzibar
Viaggiare in questi luoghi lontani, dove povertà estrema e ricchezza convivono in modo spiazzante, non lascia indifferenti a meno che non si sia ciechi con gli occhi e con il cuore.
La nostra viaggiatrice, che per una settimana ha viaggiato in questo paese africano ha voluto condividere con noi la propria esperienza con la convinzione che viaggiare, vedere, incontrare… risvegliano domande e impegni sempre nuovi
“Zanzibar fa parte della Repubblica Unita della Tanzania;paese magnifico dove la natura la fa da padrona e dove si contrappongono villaggi turistici con tutti i confort ad una poverta’ assoluta. Al governo c’e’ un primo ministro che nonostante abbia perso le elezioni non vuole abbandonare l’incarico per poter continuare indisturbato a rubare lasciando la popolazione alla fame.
La gente e’ solare, saluta e ha voglia di relazionarsi con gli stranieri e come al solito sono tornata con la valigia mezza vuota, perché quello che per noi e’ superfluo, li diventa di prima necessita'(ciabatte,scarpe, abbigliamento,schampo ecc.) E questo ti fa riflettere e ti lascia l’amaro in bocca!!!! Ti senti un privilegiato e capisci quanto poco siamo capaci di apprezzare tutto quello che per noi e’ scontato, mentre le persone in tre quarti del mondo fanno fatica anche solo ad immaginare il nostro quotidiano (un ragazzo mi ha chiesto stupito se davvero noi giriamo una manopola ed esce l’acqua).
Mentre ero via arrivavano le notizie dei crolli in borsa -4,6 e pensavo che questa gente l’unica borsa che conosce e’ quella della spesa quasi sempre vuota….se va bene mangiano una volta al giorno e i bimbi a piedi nudi si avventurano nella foresta a cercare frutta che per fortuna abbonda. Le case sono piccole costruzioni di fango e dormono in terra sui cartoni( se i bimbi di notte fanno la pipi’ cambiano il cartone….).
Cosa ho portato a casa? Una voglia ancora piu’ grande di mettermi a disposizione di chi e’ meno fortunato di me, perché se io sono privilegiata un motivo ci deve essere…..”