Carla e Franco, della nostra parrocchia, sono stati testimoni a settembre in Kazakhstan di una beatificazione straordinaria, quella di un prete Ladislao Bukowinski (1904-1974). Con la sua opera di assistenza ai perseguitati durante l’occupazione nazista e la sua testimonianza di forza durante la prigionia nei gulag sovietici, è stato di ispirazione non solo per i cattolici, ma anche per tanti altri appartenenti ad altre fedi.
Dal 9 al 13 settembre, io e Franco, siamo stati in Kazakhstan (stato dell’Asia Centrale ex Repubblica Sovietica) e precisamente nella città di Karaganda.
Lo scopo del viaggio è stata la Beatificazione di Ladislao Bukowinski, prete nato in Ucraina, avvenuta nella cattedrale della città domenica 11 Settembre.
Erano presenti oltre al Vescovo di Karaganda Mons. Adelio Dell’oro, del Cardinale Angelo Amato (Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi) moltissimi vescovi sacerdoti semplici fedeli provenienti dalla Polonia, dalla Ucraina, dalla Russia, dalla Germania.
Fatto eccezionale per quei luoghi erano presenti il Gran Mufti mussulmano della città, il Patriarca Ortodosso, il Patriarca greco cattolico, il sindaco mussulmano e un rappresentante del governo centrale e molte autorità civili locali e nazionali.
Alla fine della cerimonia tutti si sono recati nella cripta a rendere omaggio alle spoglie del Beato come riconoscimento del bene profuso nel nome di Cristo verso tutti i Kazasthani.
Siamo già stati diverse volte in Kazakhstan insieme a Don Giuseppe Venturini (ex Parroco di San Felice e da pochi giorni parroco di Nogarole Rocca) perché ha prestato la sua opera pastorale come Fidei Donum della diocesi di Verona in quei luoghi dal 1998 al 2008.
Abbiamo così instaurato nel tempo rapporti di amicizia con molte persone di quei luoghi (di origine russa, polacca, tedesca, coreana, mongola) poiché Karaganda è stato negli anni staliniani il più grande campo di deportazione e lavoro forzato (estensione come la Francia) dell’ex Unione Sovietica.
Carla e Franco Rondina
Beato Ladislao Bukowinski
(memoria liturgica il 3 dicembre)
Władysław (in italiano Ladislao) Bukowiński, nato a Berdyczów nell’attuale Ucraina il 22 dicembre 1904, fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Cracovia Adam Stefan Sapieha il 28 giugno 1931. Dal 1931 al 1935 fu catechista a Rabka e, dal 1935 al 1936, viceparroco e catechista a SuchaBeskidzka; poi chiese di essere inviato a Łuck, nel voivodato di Volinia, dove operò fino al gennaio 1945 a favore degli abitanti della Polonia orientale. Nominato nel frattempo parroco della cattedrale di Łuck, fu arrestato una prima volta dall’NKVD (la polizia segreta) il 22 agosto 1940 e condannato ai lavori forzati. Scampò alla morte fortunosamente e, con l’arrivo dei tedeschi, poté riprendere a operare nella cattedrale. Durante l’occupazione tedesca si diede alla catechesi dei bambini, cercò di prendersi cura delle famiglie dei prigionieri, nascose bambini ebrei in famiglie cattoliche e difese le vittime dei massacri da parte dei nazionalisti ucraini. Fu arrestato per la seconda volta nella notte tra il 3 e il 4 gennaio 1945, insieme al vescovo di Łuck e ad altri sacerdoti. Nel 1946 venne condannato a dieci anni di lavori forzati nelle miniere di Karaganda, nell’odierno Kazakhstan, ma gli vennero ridotti di cinque mesi per buona condotta. Per i seguenti vent’anni svolse il suo ministero a Karaganda, dove morì il 3 dicembre 1974. È stato beatificato l’11 settembre 2016 nella cattedrale di Karaganda, dove, dal 2008, sono conservati i suoi resti mortali.
(notizie dal sito www.santiebeati.it)